Salvatore Di Vita, regista affermato a Roma, torna dopo 40 anni nel natio paese siciliano per i funerali del proiezionista Alfredo che gli insegnò ad amare il cinema. Il ricordo del passato lo aiuta a ridefinire il presente. Oscar 1989 per il film straniero e 2 premi al Festival di Cannes. E un’elegia sulla morte del cinema in sala nelle cadenze di un melodramma popolare, ma anche un inno all’amore per il cinema, al sogno cinematografico che nutre ancora oggi la nostra fantasia.