All’interno di un antico oratorio si tengono le prove di un concerto sinfonico. Gli strumentisti arrivano a gruppetti e prendono posto. Ci sono anche, in un angolo, i rappresentanti sindacali ed un giornalista televisivo, che intervista i musicisti. All’arrivo del maestro, inizia la prova che viene però interrotta per le proteste degli orchestrali. Il Direttore abbandona la sala, ma al suo rientro scopre che è scoppiata una vera e propria rivoluzione: urla, spartiti che volano, slogan contro il potere e le istituzioni, finché un’enorme palla d’acciaio sfonda un muro tra polvere e detriti. Laceri e impauriti, gli orchestrali ricominciano la prova, guidati dal direttore che ora parla in tedesco. Parabola etica e civile? Allegoria politica sulla società italiana? Come disse lo stesso Fellini, il film si presta a queste e ad altre interpretazioni che lo rendono provocatorio e contemporaneo, drammatico ma pervaso di speranza.